Interview with the artist – Beppe Francesconi – by TouchOfArt (Polonia)

 

To me, the act of painting is…

…la buona notizia.

What was the first painting that you sold?

Un paesaggio che non c’era, era l’altro secolo.

I’m inspired by…

… tutto quello che gli altri non riescono a vedere.

What’s your favorite sentence?

Ci sono ancora cose da dire e da fare.

When was the last time you got a nice surprise?

Il giorno in cui i miei personaggi se ne sono andati in giro per il mondo, senza di me.

I wish I had more…

…fare tutte quelle cose che ancora non ho cominciato.

Do you like nights?

La notte è il momento in cui ho partorito le mie cose migliori.

I love it when…

…le mie opere escono come gli pare.

A cat or a dog?

Sono circondato da cani, gatti e forse qualche topo.

If you could no longer paint, then…

…dormirei per sempre per continuare a sognare.

My favorite dish:

…sushi.

Bach, Elvis or Madonna?

Bach.

If I could live forever, I would like to be…

…una stella.

 

 

 

Intervista per L’Opinione di Sassari

 

1) Come prendono forma i tuoi sogni artistici? Come progetti? Fai degli schizzi preparatori? Ci racconti il processo creativo?

Quando inizio un’opera ce l’ho già in mente. E’ il frutto di un pensiero, una riflessione, un sogno che ho fatto. Tutto nasce da un’elaborazione interiore che poi viene impressa nella tela. La parte più semplice poi è l’esecuzione, ed è anche la parte che preferisco perchè dipingere non è soltanto un gesto tecnico ma è anche il pensiero in viaggio… e poi musica e sensazioni che nascono al momento e che non sono mai prevedibili. Quando poi l’opera è finita oltre ai colori, la fatica, la concentrazione e il tempo, si porta con se tutto queste emozioni che non si possono catalogare o quantificare, ma esistono. La cosa magica è che molte persone le riescono a percepire. In quel momento la tua opera è completa.

2) De Chirico sosteneva che un quadro non va capito, va contemplato. Sei d’accordo? Cosa bisogna capire nei tuoi lavori?

Le frasi dei grandi Pittori sono sempre legate a momenti storici personali. Non so quale sia stato quel momento per De Chirico, ma sono sicuro che dentro alle sue opere c’era lui. Probabilmente voleva essere contemplato e non capito. E’ sempre difficile rispondere ad una domanda così personale come la spiegazione di un quadro perchè raccontando l’opera si deve inevitabilmente raccontare se stessi e questo non è sempre facile. Per risponderti meglio ti recito una parte di una piccola frase di molti anni fa scritta in occasione di una mostra: ” Ti porto in un mondo in cui non servono ne orologi ne soldi, ne auto ne vestiti alla moda , dove la luna si vede anche di giorno ed il sole non ne vuole sapere di andarsene a dormire. Ti porto in un luogo dove la primavera è oggi e anche domani e i sogni sono la realtà e le storie sono tutte a lieto fine. Non servono treni od aerei per arrivarci devi soltanto chiudere gli occhi e lasciarti portare”.

3) In principio dipingevi piccoli uomini; poi sei passato a delle creature fantastiche, elefantini in primis. Come è avvenuta questa trasformazione, questa consapevolezza?

Rappresentavo la figura umana senza arti inferiori e superiori, l’unico modo per spostarsi era l’uso del vento perche’ ognuno di questi “omini” aveva un ombrello legato dietro. Avevo in mente, come ora d’altronde, sempre il viaggio onirico. Piccoli voli per orizzonti lontani. L’elefante è l’evoluzione di quell’omino, del sognatore di storie impossibili che se va in giro per il mondo a dire che il sogno è possibile. Anche lui vola con l’ausilio di palloncini rattoppati che rappresentano le sue speranze. Quelle a cui ognuno di noi a volte ci si aggrappa per non affondare. L’elefante è l’autoritratto interiore. La parte più pesante noi ce l’abbiamo dentro, è quella con cui dobbiamo prima o poi fare i conti.

4) Non ami le etichette, ma di fatto vieni accostato alla corrente” dell’ironico fantastico”.

Credo che nessun artista scelga di appartenere ad una “etichetta creativa” ma piuttosto poi per semplificare il suo percorso lo si definisce con accostamenti a correnti pittoriche presenti o passate. Comunque l’accostamento all’ironico fantastico credo che sia esatto. La cosa che posso affermare con assoluta certezza è che non saprei dipingere diversamente.

5) Chi sono i tuoi punti di riferimento artistici?

Credo che il più grande di tutti sia stato Picasso, oltre ad essere stato un grande artista è anche quello che ha inventato il pittore moderno. Ha dato una dignità a questo lavoro facendolo diventare un vero e proprio mestiere.

6) Alla tela preferisci le tavole in legno. Perché? Come le prepari? E i colori?

Non ho preferenze di materiale, amo il legno perchè è vivo, mi sembra di lavorare con un materiale che ti parla e ti racconta cose di una sua vita passata. Le tele le uso per le grandi dimensioni. Ormai il pittore non deve far molto per la preparazione, i gessi professionali che sono in commercio sono talmente ben fatti che non sarei in grado di fare altrettanto da solo. I colori che uso solitamente sono ad olio ed hanno tutto il fascino della storia della pittura.

7) Racconta i tuoi rapporti con la Sardegna. Ho visto la tua incisione cagliaritana, poi c’è Sanna ecc.

La figlia di un amico Gallerista, abita in Sardegna, a Cagliari e mi ha chiesto se potevo realizzare per lei e la sua famiglia un’incisione da usare come partecipazione per il suo matrimonio, e così è stato. Inoltre a Sassari c’è una Galleria importante con la quale collaboro ormai da diversi anni. Con Franco Sanna e la sua famiglia c’è un rapporto di stima reciproca e di affetto oltre che di lavoro.

8) Come difendersi dai falsi? Tu stesso sei stato spesso piratato su ebay.

E’ successo che ci sia stato qualcuno che ha messo in vendita delle opere false per mie. Ovviamente esistono delle procedure che servono a scoraggiare le persone che lo fanno, tra cui la denuncia alle autorità competenti. Credo che la maniera più semplice per essere tutelati nell’acquisto di una qualsiasi opera d’arte sia quella di rivolgersi a Galleristi di fiducia e seri che possono darti tutte le garanzie necessarie.

9) Parlaci delle mostre che stanno per arrivare.

Per un anno mi sono allontanato dal mondo “commerciale” dell’arte cambiando vita, cambiando città e regione. Mi sono trasferito al sud. Ho fatto il percorso inverso a tanti nostri connazionali. Sono andato in un posto dove ancora esiste la natura e il mare, quello vero, pulito e trasparente. Sono nato al mare e non mi potevo allontanare troppo e così ho scelto la campagna ma a due passi dal mare. Ho assecondato i miei sogni e devo dire sono stato assecondato anche da mia moglie e mia figlia. Ho iniziato un percorso diverso, un approccio diverso al lavoro di pittore. E così quaggiù sono nate queste opere che saranno esposte tra ottobre, novembre e dicembre in diverse Gallerie da Santa Maria Capua Vetere, a Cremona, a Lecce, a Francavilla Fontana nel suo meraviglioso castello.

10) La tua opera cui sei più affezionato? Perché? (puoi parlare della finestra di valentina, visto che è a Sassari)…

Tutte le opere che un pittore esegue sono amate. Tra queste ce ne sono alcune che hanno un significato particolare che magari è molto più intimo e personale delle altre. Il quadro di cui tu parli è uno di questi. L’ho “partorito” di notte mentre mia figlia “Valentina” dormiva ed ho immaginato per lei che alzandosi la mattina, aprendo la finestra, di trovarsi dentro ad un mondo fantastico dove tutti i suoi sogni si potessero avverare e le persone che ama non lasciarla mai.

11) Racconti “Alice nel paese delle Meraviglie” che hai fatto per Enel?

Enel chiedeva un racconto elaborato su 20 opere da mostrare nelle sue centrali aperte per l’occasione al pubblico e che potesse essere adatta sia ad un pubblico adulto che ad un pubblico di bambini. Così ho pensato al racconto di Carroll. Un libro che a seconda dell’età in cui lo leggi assume un significato diverso. Poi il non-senso del libro lo trovavo adatto alla mia pittura. Così è nata Alice, mora come nella versione originale, e insieme ai personaggi del libro ho aggiunto alcuni “amici miei” nati dalla mia fantasia. In questo caso ho preparato i bozzetti per avere un quadro esatto della storia. L’espressione di Alice l’ho rubata a mia nipote Martina, quand’era piccola era sempre crucciata. La mostra ha girato in diverse città da nord a sud del paese ed ha terminato il suo viaggio nell’ultima esposizione al castello di Fondi a Latina.

 

 

Si sono occupati delle mie opere :

La Nazione

Il Tirreno

Arte Mondadori

Art & Art

Juliet

Artemercato

Il Messaggero

e molti altri quotidiani cartacei e on line.